L’ululone appenninico (Bombina pachypus) è un piccolo anfibio anuro dal corpo appiattito che supera raramente i 5 cm di lunghezza. Il dorso è verrucoso, ma la sua caratteristica principale la si riscontra nel ventre di colore giallo brillante con marcature blu-grigie o nerastre. Un comportamento particolare e curioso dell’ululone è quello con cui cerca di difendersi dai predatori. In caso di pericolo solleva le zampe posteriori e anteriori mettendo in risalto la colorazione gialla delle sue parti inferiori. I colori giallo, arancione e rosso sono spesso colori di avvertimento associati alla produzione di sostanze tossiche e gli ululoni, come altri anfibi, possiedono sulla cute ghiandole che producono sostanze urticanti.
L’Ululone appenninico è attivo da aprile a ottobre mentre durante il tardo autunno e l’inverno sverna nel terreno o sotto le pietre ricoperte di vegetazione, solitamente a breve distanza dall’ambiente acquatico frequentato.
L’Ululone appenninico ha conosciuto negli ultimi anni un diffuso e generalizzato declino in gran parte d’Italia. I principali fattori di rischio che minacciano la specie sono riconducibili all’alterazione o distruzione degli habitat riproduttivi.
In liguria si è ben adattato nel corso dei decenni alle modifiche imposte al territorio dalle attività agricole e pastorali tradizionali. Ha colonizzato infatti gli ambienti umidi realizzati dall’uomo come abbeveratoi, vasche, pozze interrate, cisterne, canali e fossi: ambienti artificiali o seminatura mantenuti nel tempo con modalità tradizionali spesso poco invasive.
La specie è presente in Val di Vara, ma sta scomparendo a seguito dell’abbandono delle pratiche agricole tradizionali, con una rilevante riduzione, stimata oltre il 50% dei siti riproduttivi. La perdita degli habitat riproduttivi è quindi la principale causa della diminuzione della presenza di questo piccolo anfibio nel territorio. In quest’ottica il Parco di Montemarcello Magra Vara ha portato avanti progetti per il recupero o la costruzione di nuove raccolte d’acqua integrate nel paesaggio tradizionale le quali costituiscono elementi fondamentali per la conservazione della biodiversità, del patrimonio storico-culturale locale, della qualità dell’ambiente, facilitano lo svolgimento delle attività agricole e concorrono al consolidamento della vocazione turistica del territorio.